Per un album che ha il nome di un oceano, il concerto non poteva che essere un viaggio. Quello di Marco Mengoni con il suo Atlantico Tour è un percorso in crescita, emozionale e scenografica, in cui convergono sul palco tutte le sollecitazioni artistiche che hanno dato forma allo stesso disco.
Tre le parti, quasi gli atti di uno spettacolo teatrale che diventa metafora della vita, attraverso cui si dipana una storia che dal mondo analogico si sviluppa verso il digitale, da Occidente si muove verso Oriente e viceversa. Ci sono la musica il soul e la musica black («non c’è niente da fare, vengo da lì, io e tutti noi veniamo in fondo dall’Africa», ci dice Marco a fine concerto), ci sono il fado e le percussioni, ci sono il pop e il rock, l’elettronica l’acustica.
Nelle due ore nette di show Mengoni riesce a canalizzare quell’emozione che in passato prendeva su di lui il sopravvento rivolgendola interamente al suo pubblico. È una volontà precisa, questa di Marco, che dopo la prima data torinese ha incontrato la stampa presente con una soddisfazione negli occhi che testimonia un lavoro durato anni e approdato finalmente live.
Eppure è proprio quando la sensibilità diventa preponderante che lo spettacolo prende il volo e regala una perla come Proteggiti da me in una versione magistrale e 20 sigarette al pianoforte da brividi; oppure, ancora, La ragione del mondo e Dialogo fra due pazzi in cui Marco gioca con testo, significati, messaggi e cuore.
«Questo è un concerto davvero corale, perché è fatto da tutti quelli che vedete qui attorno a noi, dai tecnici che viaggiano insieme a noi al team. Dico sempre: “ragazzi schiena alta”, siamo tutti parte di questo spettacolo.» Le citazioni , poi, sono un intreccio di suoni e riferimenti che percorrono anche gli ascolti personali di Mengoni, che porta mash up di «Steve Wonder e Kanye West, per dare un tocco nuovo.» Ma c’è anche una comparsa in scena alla Michael Jackson provata e riprovata
Novità che parte dallo stesso allestimento, con uno schermo di fondo a due livelli – uno analogico, che è il primo a mostrarsi, e uno digitale, che prende vita, si riempie e si svuota in quadri cromatici -: «Il palco l’ho disegnato tre anni fa: l’ho portato in Live Nation che aveva tutta un’altra estetica in verità! – spiega Mengoni – Lo abbiamo cambiato e ricambiato, ma avevo bisogno di raccontare di più la diversità del disco e di questo mondo. Insieme abbiamo cominciato a pensare e tutte le cose da fare: avevamo una chat WhatsApp che era diventata rovente! Alla fine siamo arrivati a un punto completamente diverso da quello di partenza.»
Il risultato è lineare nel suo aspetto (senza troppi fronzoli) quanto funzionale al desiderio di un artista che, come continua a fare anche nel suo stesso percorso musicale, è in costante divenire. Anche le due passerelle aeree diventano, quindi, un accessorio “alato” per raggiungere il pubblico, per trasmettere un messaggio, per sentirsi. «È da un po’ che mancavo dal palcoscenico e non ricordavo foste, foste… così»: queste le prime parole di Mengoni dopo l’apertura con Voglio e forse l’inizio risulta quasi trattenuto per quel bisogno di ritrovarsi, di riconoscersi e poi condividere nuovamente.
Trincerato dietro gli schermi dei cellulari, il pubblico si scioglie quando Marco al pianoforte fa spegnere ogni luce «così non potete riprendere»: ecco, il digitale lascia il posto all’analogico, che in uno spettacolo dal vivo è pelle, note, luci, colori e fiato. Partito da Torino con una doppietta sold out, l’Atlantico Tour ha già alle spalle una leg europea che ha permesso a Mengoni di creare una sintonia anche con i nuovi ingressi nella band e la sensazione di familiarità che si avverte è la dimostrazione che l’impresa è già riuscita. Ora inizia un nuovo viaggio.
Marco Mengoni, #MengoniLive2019 Atlantico Tour LA SCALETTA
- Muhammad Ali
- Voglio
- Ti ho voluto bene veramente
- In un giorno qualunque
- Dove si vola
- Sai che
- Atlantico
- Pronto a correre
- Monologo Sei tutto
- La ragione del mondo
- Buona vita
- Parole in circolo
- Proteggiti da me
- Dialogo tra due pazzi
- La casa Azul
- Onde
- Amalia
- Monologo Mondo_Loon
- Guerriero
- Mille lire
- L’Essenziale / piano
- 20 sigarette / Le cose che non ho / Non passerai
- Esseri umani
- Credimi ancora
- Io ti aspetto
- L’Essenziale
- Hola
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